Il prezioso volume in oro, adagiato sul Ferdinandeum, non potrà che suscitare meraviglia. Il colore, che è materia, riveste di significati metaforici un volume modellato non solo per assecondare le funzioni ma per diventare un luogo notevole, meta di un irresistibile desiderio di guadagnare la vista sulla città. Il nuovo “oggetto architettonico”, posto su quello storico, è rivestito anche in copertura caratterizzando così la “quinta facciata verso il cielo”, dissonanza dialogante con la storia, capace di definire una nuova e rinnovata identità del complesso. La tentazione di raggiungere la suggestiva sommità invoglia ad accedere al museo e, una volta dentro, di scoprire che la parte “storica” dell’edificio, pur mantenuta fermamente nella sua integrale dignità, si presta a un nuovo e perfetto continuum con l’addizione. Le due parti del complesso condividono una nuova scala monumentale, avvitata su se stessa, che si muove all’interno di un vuoto a tutta altezza (19 metri). La rotonda, riconoscibile topos del museo storico, confermata punto di connessione tra antico e nuovo, diviene con la nuova scala monumentale il fulcro intorno al quale ruota l’impianto planimetrico che assume così una rinnovata unitarietà di percorso e di quote.
Gli spazi primari, accessori e di servizio del nuovo insieme si attengono rigorosamente al programma assegnato, mentre i collegamenti verticali e distributivi sono ottimizzati e armonizzati tra il nuovo e lo storico impianto, tutto perfettamente accessibile dai disabili, compreso l’accesso dalla facciata storica su Museumstrasse. La facciata sul lato ovest concettualmente diventa simmetrica a quella “storica” sul lato est poiché la ricalca come un “bassorilievo in bianco”. Seguendo quanto richiesto, sulla facciata ovest viene “incavato” un ingresso sussidiario, che mette in relazione architettonica e gestionale l’accesso indipendente alla biblioteca, alla sala eventi, al “giardino sospeso delle sculture”, agli uffici amministrativi e al passo carrabile, un insieme che, benché “secondario”, ha una decisa riconoscibilità in quanto associabile visibilmente alle funzioni che da lì vengono servite. Lo spazio urbano intorno all’edificio è previsto attrezzato per esposizioni di “Arte pubblica” e per la caffetteria; una simile attività di “relazione” e convivialità tra persone, e con le sculture in open air, sarà vissuta anche intorno alla “quinta facciata” nella sommità del museo.
The precious volume in gold, lying on the Ferdinandeum, can only arouse wonder. The colour, which is matter, covers a volume modelled with metaphorical meanings not only to support the functions but to become a remarkable place, the destination of an irresistible desire to gain a view of the city. The new “architectural object”, placed on the historical one, is also covered on the roof, thus characterizing the “fifth facade towards the sky”, a dissonance in dialogue with history, capable of defining a new and renewed identity of the complex. The temptation to reach the suggestive summit invites to enter the museum and, once inside, to discover that the “historical” part of the building, while firmly maintained in its integral dignity, lends itself to a new and perfect continuum with the addiction. The two parts of the complex share a new monumental staircase, screwed on itself, which moves within a full-height void (19 meters). The rotunda, recognizable topos of the historical museum, confirmed as a point of connection between old and new, becomes with the new monumental staircase the fulcrum around which the planimetric system rotates, thus assuming a renewed unity of path and height.
The primary, accessory and service spaces of the new ensemble strictly adhere to the assigned program, while the vertical and distributive connections are optimized and harmonized between the new and the historic system, all perfectly accessible for the disabled, including access from the historic façade on Museumstrasse. The façade on the west side becomes conceptually symmetrical to the “historical” one on the east side as it follows it as a “white bas-relief”. Following what is requested, a subsidiary entrance is “hollowed out” on the west façade, which connects the independent access to the library, the events room, the “suspended sculpture garden”, the administrative offices and the driveway, a whole which, although “secondary”, has a definite recognizability as it can be visibly associated with the functions that are served from there. The urban space around the building is expected to be equipped for “public art” exhibitions and for the cafeteria; a similar activity of “relationship” and conviviality between people, and with the sculptures in the open air, will also be experienced around the “fifth facade” at the top of the museum.