Il MAF, come altri luoghi dedicati all’archeologia, sta ospitando da tempo nei suoi ambienti attività collaterali tra le quali mostre di arte contemporanea, e fra le meglio riuscite ci sono state quelle che si sono impegnate al dialogo con le opere presenti nel museo.
La “rimusealizzazione” dei cortili interni del Palazzo della Crocetta, oggetto del presente progetto, presenta l’opportunità di aggiungere un ulteriore tassello di reciprocità tra l’eredità culturale custodita nel museo e quella che essa sta alimentato nella contemporaneità artistica.
La proposta che ne segue, si configura in una regolarizzazione del vuoto – ampliandolo e operando al suo interno un innesto, una architettura minimale, pur idealmente rimanendo nel volume storicizzato.
La nostra ricerca ha individuato due possibili postazioni in quota, due affacci per una visione privilegiata su questa “sala all’aperto”, rimanendo all’interno e coerenti con il percorso di visita del museo. L’intento di quest’idea è che l’osservatorio’ cosi ricavato, consenta una privilegiata vista sul “giardino di pietra” lo stesso innesto si configura come congegno capace di evocare suggestioni, come “la scoperta” e “l’avventura”, un insieme che altro non è che un avvicinamento metaforico alle suggestioni che sono all’origine del luogo.
Un componente importante del progetto, date le molte ore serali di visita , sarà l’illuminazione dei reperti nelle corti e del loro ambito. La tecnologia a led consente un intervento complesso di zonizzazione e temporizzazione, sostituendo la mera illuminazione in un percorso guidato per una visita conoscitiva.
The MAF, like other places dedicated to archeology, has been hosting collateral activities in its rooms for some time, including contemporary art exhibitions, and among the most successful there are those that are committed to dialogue with the works in the museum.
The “re-museumization” of the internal courtyards of Palazzo della Crocetta, the subject of this project, presents the opportunity to add a further piece of reciprocity between the cultural heritage kept in the museum and that which is nurtured in contemporary art.
The proposal that follows is configured in a regularization of the void – expanding it and making a graft within it, a minimal architecture, while ideally remaining in the historicized volume.
Our research has identified two possible high-altitude locations, two privileged views on this “outdoor room”, while remaining inside and consistent with the museum’s visit path. The intent of this idea is that the observatory thus obtained allows a privileged view of the “stone garden”, and the same graft is configured as a device capable of evoking suggestions, such as “discovery” and “adventure”, a whole that is nothing more than a metaphorical approach to the suggestions that are at the origin of the place.
An important component of the project, given the many hours of visits in the evening, is the lighting of the finds in the courtyards and their surroundings. LED technology allows a complex intervention of zoning and timing, replacing mere lighting in a guided tour for a cognitive visit.