L’allestimento considera lo spazio architettonico del luogo parte integrante e attiva al concetto espositivo. L’intera mostra si svolge su un piano inclinato, come un palcoscenico, dove i modelli, di grandi dimensioni, sono disposti in modo da proporre un surreale “paesaggio urbano”. Il piano inclinato consente ai visitatori di esplorare i modelli dal basso, o di guardarli a ‘volo d’uccello’, invitandoli a vivere l’emozione di essere all’interno di una ‘macchina scenica’. Un complesso sistema sonoro creato ad hoc, azionato inconsapevolmente dai visitatori (per mezzo di sensori infrarossi), attiva delle suggestioni musicali contemporanee, ma fortemente impegnate di sonorità coeva agli avvenimenti esposti. Un totem formato da specchi decompone l’immagine del luogo architettonico – uno dei primi ‘siti teatrali in mostra’ – in un intrigante scenografica: un gesto tra finzione e realtà.
The exhibition considers the architectural space of the place an active part in the exhibition’s concept. The whole show takes place on an incline, like a stage where the very large models are arranged so as to propose a surreal “urban landscape”. The inclined plane allows visitors to explore the models from the bottom, or watch them from ‘bird’s eye’, inviting them to experience the thrill of being in a ‘scenic drive’. A complex sound system created specifically, unconsciously driven by visitors (by means of infrared sensors), active contemporary musical suggestions, but strongly committed to sound of the time of the exposed events. A totem composed by mirrors decomposes image of the architectural place – one of the first ‘theatrical sites in exposition’ – in an intriguing scenic: a gesture between fiction and reality.