Pochi misurati segni ridefiniscono l’impianto plano-altimetrico degli interni di una consolidata tipologia edilizia. Una casa a schiera su due livelli realizzata negli anni ’50 è rimodulata nella sua spazialità per corrispondere alle esigenze di un’essenzialità ricercata per un committente attento e sensibile a una rarefazione dello spazio in cui la luce nelle sue declinazioni gioca un ruolo da protagonista. Il progetto si confronta con le variazioni tonali del bianco giocando tra luce e ombra, altezze inconsuete e incastri volumetrici, per ritrovare una nuova dimensione dell’abitare.
Il ‘percorso’ distributivo si snoda dal giardinetto d’ingresso sino al corridoio del secondo livello attraverso il doppio volume del vano scala inondato dalla luce naturale del lucernaio a nove metri di altezza. Lungo questa ‘luminosa strada interna’ si attestano i vari ambiti del quotidiano caratterizzati ognuno da una marcata atmosfera luminosa.
La luce è in perenne dialogo con i volumi e i materiali e intrattiene, in un sapiente contrappunto, relazioni privilegiate con le funzioni. A volte diventa materia stessa di costruzione, come nella linea continua/cascata di luce lungo la materica parete in gres porcellanato grigio che si sviluppa senza soluzione di continuità lungo i due livelli sul muro di confine.
A few measured signs redefine the planimetric-altimetric layout of the interiors of a consolidated building typology. A two-level terraced house built in the 1950s is remodeled in its spatiality to meet the needs of a refined essentiality for a client who is attentive and sensitive to a rarefaction of space in which light in its various forms plays a leading role. The project deals with the tonal variations of white, playing between light and shadow, unusual heights and volumetric joints, to rediscover a new dimension of living.
The distributive ‘path’ winds from the entrance garden to the corridor on the second level through the double volume of the stairwell flooded with natural light from the skylight at a height of nine meters. Along this ‘bright internal road’ stand the various areas of everyday life, each characterized by a marked luminous atmosphere.
Light is in constant dialogue with the volumes and materials and maintains, in a skilful counterpoint, privileged relationships with the functions. Sometimes it becomes the construction material itself, as in the continuous line/cascade of light along the material wall in gray porcelain stoneware that develops without interruption along the two levels on the border wall.