Il Fondo Raffo, luogo dell’insediamento, è un territorio dove ancora si percepisce la passata vocazione agricola, anche se depressa da un lungo abbandono. Il progetto tratta l’area di pertinenza, compreso il parcheggio, come recupero di una ‘percezione ambientale’ persa, trasformando in virtù la necessità di assicurare i necessari posti auto, ‘disattendendo’ la geometria del parcheggio con una sistemazione del verde in maniera “irregolare” e libera nella successione delle essenze.
Sulla copertura del fabbricato spiccano delle “torri” che corrispondono alle “piazze” all’interno del complesso. Le stesse torri sono progettate affinché fungano da punti di riferimento per l’orientamento all’interno del centro, e di conseguenza enfatizzano le vie di accesso.
Le facciate sono trattate in considerazione del loro ruolo verso il luogo pubblico, e quella deputata agli accessi pubblici è rivestita con scandole metalliche verniciate a caldo in giallo/oro, colore ricorrente nell’architettura palermitana. I singoli tratti della facciata sono differenziati dalla diversa messa in opera delle scandole, una complessità accentuata dal gioco della rifrazione della luce. Le rimanenti facciate sono trattate con tinteggiatura diretta sui pannelli prefabbricati. Il trattamento cromatico coincide con una duplice partizione: l’orizzontalità delle facciate del fabbricato è divisa in “pannelli verticali”, quindi ciascun pannello è diviso a sua volta in trapezi complementari, a proporre così un articolato ‘mosaico cromatico’.
Gli accessi sono enfatizzati dall’ampiezza della vetrata e soprattutto dall’importante sbalzo della pensilina che, come lo gnomone di una meridiana, di giorno getta un’invitante ombra, mentre di notte, dal sottostante soffitto (colorato di rosso profondo,) ‘piove’ della luce intensa.
Anche se in tono ‘minore’ al confronto dei tre gruppi di torri, sullo skyline della copertura del complesso incide anche la galleria longitudinale che si snoda seguendo il tracciato ‘spezzato’ della strada/galleria interna. Tale galleria è realizzata come una volta a sezione ellissoidale, sulla quale sono distribuiti dei lucernari sferici che decisamente la connotano. Le sfere sono incastonate nella copertura penetrando per metà nell’interno, così che la luce diurna, filtrandovi, crea un suggestivo effetto scenografico nello spazio delle gallerie, mentre di notte, all’esterno, le stesse protuberanze saranno visibili come “delle gocce di luce”.
Le gallerie trasversali e quella della ‘grande distribuzione’ sono fortemente caratterizzate dalla struttura lignea della copertura, realizzata con “cassettonato a rombi” (reminescenze della geometria di alcune architetture arabe del passato palermitano). Le torri, nella loro planimetria, coincidono e fanno parte di quella stessa struttura, enfatizzandola e rendendola, di fatto, di importante rilevanza, nella percezione d’insieme delle ‘piazze’.
Per definire spazialmente la “piazza tonda” il progetto ha suggerito la ‘grande pensilina’, un segno architettonico che unisce il sistema di collegamento tra le due quote della piazza, rinvigorendo la valenza ‘scenica’ del luogo e dando così importanza a Villa Raffo, all’ingresso dal Food Court e alla potenzialità di far vivere in forte sinergia lo spazio pubblico interno con quello esterno.
The ‘Raffo Fund’, site of the settlement, is an area where you can still perceive the past agricultural vocation, although depressed by a long neglect. The project considers that area, including parking, as recovery of a lost ‘environmental perception’, transforming in a virtue the need to ensure the necessary parking spaces, ‘disregarding’ the geometry of the car park with an “irregular” and free arrangement of the green in the succession of the essences. Some “towers, that correspond to the “squares in the complex, stand out on the building’s roof. The same towers are tought to act as reference points for the orientation inside the center, and thus emphasize the access roads.
The façades are processed in view of their role towards the ‘public place’, and the one devoted to public accesses is coated with metal shingles, painted in warm yellow/gold, colour recurring in Palermo’s architecture. The individual sections of the façade are differentiated by different implementation of the shingles, a complexity accentuated by the light refraction. The remaining façades are treated with direct painting on prefabricated panels. The chromatic treatment coincides with a dual partition: the horizontality of the façades of the building is divided into “vertical panels”, then each panel is divided in complementary trapezium, thus to propose an articulated ‘coloured mosaic’.
The accesses are emphasized by the breadth of the glass and especially by the important overhang of the shelter, as the sundial’s gnomon, which durig the day throws an inviting shade, while at night, from below the ceiling (deep red coloured) ‘rains’ a bright light.
Besides the three groups of towers, on the skyline of the complex’s cover also affects the longitudinal ‘gallery’ that winds along the ‘broken’ track of the road / inner gallery. This gallery is designed, as a time, with an ellipsoidal section, on which spherical skylights are distributed and those definitely connote it. The spheres are embedded in the cover, half penetrating into the interior, so that the daylight, filtering inside, creates a striking visual effect in the space of the tunnels, while at night, the outside, the same protuberances will be visible as “drops of light”.
The side galleries and the one of the ‘mass distribution’ are strongly characterized by the wooden structure of the roof, made with “diamond pattern coffers” (reminiscent of the geometry of some Arabic architecture of the past). The towers, in their plan, coincide and are part of the same structure, giving attention and making it, in fact, of major importance in the overall perception of the ‘squares’. In order to spatially define the “round square, the project suggested the ‘big shelter’, an architectural symbol that unites the system linking the two portions of the square, reinvigorating the scenic valence of the place and giving importance to Villa Raffo, at the entrance from the Food Court and to the potentiality to let the public space inside live in strong synergy with the outer one.