Vista la sua collocazione ai margini della città, il concetto progettuale vede la costruzione di un “pezzo di mura”, concependo l’aeroporto come contemporanea ‘porta d’ingresso’.
L’appalto concorso prevedeva di inglobare il preesistente edificio, la suddivisione in lotti indipendenti della costruzione stessa per non interrompere la continuità funzionale, la predisposizione di una struttura d’uso interna suscettibile di “facili” variazioni funzionali, e un’eventuale espansione planimetrica.
Il contrasto tra il riutilizzo di spazi esistenti, di natura strutturale disomogenea e l’elasticità indispensabile, è stato superato con una “fuga” di semicilindri periferici, sui quali appoggia la struttura orizzontale, offrendo così delle vaste superfici di open space. Le facciate sono arretrate a metà dei “cilindroni”, che così si rispecchiano per intero sulle pareti vetrate. La pianta risulta un ampio rettangolo nel quale una fascia longitudinale centrale (tipo nastro) di servizi – il check-in, gli uffici della P.S., la dogana – fa da filtro tra la zona “protetta” e quella pubblica; la prima sul lato pista, suddivisa, con grande elasticità d’impiego, in zone differenziate per partenze nazionali, internazionali ed i relativi arrivi, con le indispensabili barriere; la seconda si configura come una strada parallela, che unisce le Partenze e gli Arrivi, sulla quale si aprono punti vendita, servizi e la “piazza” interna con bar e collegamenti con il piano superiore. Il volume della piazza è ricavato unendo in un unico spazio le tre cupolette rimaste dalla costruzione preesistente.
Given its location on the outskirts of the city, the conceptual project sees the construction of a “piece of wall,” conceiving the airport as a conteporary ‘gateway’.
The tender competition intended to incorporate the existing building, the subdivision into independent lots of the construction itself, not to interrupt the continuity of functions, the preparation of an internal usable structure liable to “easy” functional changes, and a possible expansion plan.
The contrast between the reuse of the existing spaces, structurally inhomogeneous, and the necessary elasticity was passed with a “flight” of semi-cylinders, which rests on the horizontal structure, thus providing some large areas of open space. The facades are set back in the middle of the “big cylinders”, so that they fully reflect on the glass walls. The plant is a large rectangle in which a central longitudinal strip (ribbon type) of services – check-in, the offices of the PS, the customs – acts as a filter between the “protected” zone and the public one; the first on the track side, is divided, with great flexibility of use, in different areas for national and international departures and arrivals, with the necessary barriers; the second is configured as a parallel road, which connects Arrivals and Departures, on which there are sales points, Service, and the “square” with a bar and internal connections to the upper floor. The volume of the square is obtained by combining in a single space the three domes remained from the pre-existent building.