L’abbattimento prospettato per un edificio sul canale in Warmoestraat 30 (in prossimità della stazione ferroviaria) ha spinto l’Associazione Culturale LAB ad un’azione per sensibilizzare l’opinione pubblica, nel tentativo di salvare la costruzione del 1569, il cui stato d’abbandono risaliva al 1940. Ottenendo un temporaneo possesso della “rovina” (sei mesi), sono stati invitati architetti e artisti a intervenire con un atto visivo concettuale, capace di richiamare l’attenzione sul fabbricato e, anche se per un periodo sfuggente, dare ad esso una nuova dignità.
I numerosi capochiave delle catene strutturali che assicuravano la costruzione dal collasso era una trama di segni che decorava le facciate e che meritava di essere esaltata. È prevalsa così l’idea di trattarli con una vernice bianca, lavando le facciate, nell’oscurità, con una luce ‘nera’ di wood.
The proposed demolition of a building on the canal in Warmoestraat 30 (near the railway station) prompted the Associazione Culturale LAB to raise the public opinion in an effort to save the building dated 1569, whose abandonment dated back to 1940. Obtaining a temporary possession of the “ruin” (six months), architects and artists were invited to intervene with a conceptual visual act, able to draw attention to the building and, even if for a fleeting period, give it a new dignity.
The several structural ‘capochiave’ chains, which ensured the construction from the collapse, was a plot by signs that decorated the facades and it deserved to be highlighted. So the idea of treating them with a white paint, has prevailed, washing the facades, in the darkness, with a ‘black’ light ‘ of wood.