Come affermava Christian Norberg Schulz, “l’abitare consiste di orientamento e identificazione”, quindi è necessario definire nuove polarità dello spazio urbano: la piazza luogo di scoperta, un ‘ambiente di possibilità’, la strada e l’edificio pubblico, “non un simbolo astratto ma partecipe del quotidiano.” Grande attenzione è posta sin dal concept al disegno di uno spazio pubblico capace di innescare un processo di riqualificazione urbana, conferendo riconoscibilità a un intervento dalle marcate qualità paesaggistiche in grado di generare un nuovo ‘senso del luogo’.
Il nuovo skyline dell’area è generato dai volumi attestati su via dei Giardini. Per evitare la cesura visiva della collina, dall’alto verso la città e dal basso dalla piazza, viene scelto di dividere il volume residenziale in tre corpi di fabbrica distinti la cui forma geometrica e angolazione sono attentamente studiate per accentuare i coni prospettici da ambedue i versanti.
La topologia dell’intervento si sviluppa su differenti piani con articolazioni spaziali tra ‘cielo e terra’ da interpretare come multiformi occasioni di ‘vita pubblica’. Il sistema fitto di esili colonne che formano il loggiato su via Bizzozero definisce la nuova piazza del teatro e il sistema del verde che lo invade, sviluppandosi su quote diverse, e si presenta come un ‘foyer’ all’intero sistema, il cui microclima consente di esaltare la scelta delle specie vegetali.
La ‘piazza alta’, adagiata sul parcheggio sottostante e cinta alle sue spalle dalle tre lame architettoniche che offrono nuove “finestre” visive verso la collina, è una sorta di acropoli contemporanea, un gioco speculare tra sotto e sopra, interno ed esterno, in grado di generare una complessità morfologica del tessuto e prefigurare nuovi luoghi di vita urbana (suscettibile di ospitare eventi e manifestazioni come mercatini, spettacoli, mostre d’arte, concerti, ecc.).
La sala convegni/piccolo auditorium che svetta, spingendosi verso via Bizzozero, sebbene possa essere raggiunto direttamente dalla piazza del teatro (l’evidente complementarità con questo può configurare un unico sistema teatrale) gode di autonomia anche funzionale con accessi dalla ‘piazza alta’.
Il teatro è nuovo “protagonista nel contesto della piazza”, al tempo stesso polarità e cerniera urbana. Il tema dell’introspezione, e le relazioni tra interno ed esterno, tra artifizio e naturale, intrinseche al mondo del teatro, sono proposte non solo come fondali da vedere ma come scenari e luoghi da vivere.
As Christian Norberg Schulz told, “living consists of orientation and identification”, so it is necessary to define new polarities of urban space: the square as place of discovery, a ‘possibility environment’, the street and the public building, “not an abstract symbol but a participant in the daily life.” A great attention has been taken from the concept to the design of a public space capable of triggering off a process of urban regeneration, giving recognition to intervention of marked landscape qualities that can create a new ‘sense of the place’.
The new skyline of the area is generated by volumes headed to Via dei Giardini. To avoid the visual caesura of the hill, from the top to the city and from the bottom of the square, it is chosen to divide the residential volume into three separate buildings whose geometric shape and angle are carefully studied to emphasized the prospective cones from both the slopes.
The topology of the intervention develops on different planes with spatial articulations between ‘heaven and earth’ to be interpreted as multi-faceted ‘public life’ occasions. The system of slender columns forming the loggia on Via Bizzozero defines the new theatre’s square and the system of the greenery that invades it, developing on different dimensions, and it presents itself as a foyer to the whole system, whose microclimate allows to enhance the choice of plants’ species.
The ‘high square’, lying on the car parking below and encircled by the three architectural blades that visually offer new “windows” to the hill, is a kind of contemporary acropolis, a mirror game between under and above, inside and outside, able to create a morphological complexity of the fabric and prefigure new urban lifestyles (likely to host events and such as markets, shows, art exhibitions, concerts, etc.).
The conference room/small auditorium is on the way to Via Bizzozero, although it can be reached directly from the theatre’s square (the obvious complementarity with this can set up a single theatrical system) enjoys functional autonomy and access from the ‘high square’.
The theatre is a new “protagonist in the context of the square”, at the same time polarity and urban hinge. The theme of introspection, and the relationship between interior and exterior, between artificial and natural, intrinsic to the theatre world, are proposed not only as backgrounds but as scenarios and places to live.