Il Museo è previsto nel complesso dell’ex Carceri di Ferrara, a breve distanza dall’ex ghetto, dalle storiche sinagoghe e da altri importanti segni della sua celebre storia ebraica.
La “sospensione” del volume museale proposto fa riferimento alle ambiguità della città di Gerusalemme, tesa fra il peso della propria “lapidea memoria” e i tanti suoi ermetici attributi ‘celestiali’ e per ricordare come, e perché, lo erano molte delle sinagoghe prima dell’Emancipazione.
La specularità del rivestimento esterno in acciaio inox lucido riflette in modo vertiginoso l’ambiente circostante con il quale si confonde ma non si fonde; un’intrigante percezione che conferisce al futuro monumento una compatibilità ambientale piuttosto inattesa con e nel paesaggio urbano.
Le nuove addizioni del Meis si rapportano al nucleo storico per un contrasto, con la perfetta riconoscibilità dell’uno dall’altro: il “vecchio” (l’ex carcere) rimane ma è integrato nel nuovo (‘incarcerato’ nel museo), e le parti da conservare vengono investite di un nuovo ruolo compatibile con la propria storia e la tipologia edilizia che rappresenta. Il concetto della “recinzione” è uno dei leitmotiv del progetto.
All’intero si scopre un ambiente di forte conformazione spaziale, che mira alla totale immersione del visitatore, affinché sia attivamente partecipe, e impari a individuare “il suo” itinerario museale.
The museum is expected in the former Prisons of Ferrara, a short distance from the ex ghetto, the historic synagogues and other important signs of his famous Jewish history.
The “suspension” of the proposed museum volume refers to the ambiguity of the city of Jerusalem, stretched between the weight of his “stone memory” and many of his hermetic ‘heavenly’ attributes, and to recall how, and why, a lot of the synagogues before Emancipation were so.
The mirror image of the outer coating of polished stainless steel reflects the dramatic surroundings with which it mingles but does not melt; it’s an intriguing perception that gives the future monument a rather unexpected environmental compatibility with and into the urban landscape.
The new additions of MEIS relate to the historical core because of a contrast, with the perfect recognition of one another: the “old” (the former prison) remains but is integrated in the new (it’s ‘imprisoned’ in the museum), and the parts to be stored is invested with a new role which is compatible with its own history and the type of building that is.
The concept of the “fence” is one of the leitmotiv of the project.
Inside you discover an environment with a strong spatial conformation, which aims to a visitor’s totally immersion in order he was actively involved and learn to identify “his” museum tour.