Il progetto ha cercato una complicità e un dialogo fra la straordinarietà del luogo e gli “oggetti in esposizione”, attraverso un minimale e giocoso sistema espositivo.
L’itinerario del percorso si perde in una disposizione, apparentemente casuale, di pareti che formano i fondali sui quali, e solo su questi, sono esposte le opere. I piani verticali sono controventati da tiranti ancorati ai numerosi ganci dislocati sulle volte; la ragnatela di sottilissimi cavetti di acciaio tramano un disegno spaziale in tensione, un insieme di rettilinei segni decisi.
La forte concezione spaziale dell’insieme trova corrispondenza nel piano cromatico; domina il ‘grigio melanconico’ in un ideale sfondo cromatico per le opere. Alcune pareti assumono una valenza funzionale e spaziale particolare, riscattata da colori ‘gravi’ come il rosso mattone e il verde sottobosco.
The project is the search of a real dialogue between the extraordinariness of the place and the objects on display through a minimalist and playful set design. The exhibition’s itinerary consists in an apparently random arrangement of walls which form the backdrops where works are exhibited. Plywood panels are strengthened by tie rods anchored to the numerous hooks located on the vaults; the web of thin steel cables plotting a spatial design in tension, a set of rectilinear signs decided.
The strong spatial conception of the whole is matched in color plane; the ‘gray melancholy’ dominates, in an ideal background color for the works. Some walls have a particular functional and spatial importance, redeemed by ‘serious’ colour like brick-red and dark green.